Taranto Vecchia
Taranto Vecchia

La fotografia per me è un miracolo, un dono che ci è stato concesso per poter immortalare momenti che durano meno di un battito di ciglia. Ogni momento è sfuggente, ogni azione genera delle conseguenze, ed è questo il bello di poter girare sempre con una fotocamera al collo. Essere presente nel momento in cui capita qualcosa di unico, qualcosa di meraviglioso o qualcosa di profondamente tragico. Per me è un privilegio la fotografia, com’è un privilegio vivere in una città tanto meravigliosa com’è Taranto. E’ come una donna bellissima, fiera della sua storia e delle sue origini spartane, e come per qualunque altra persona basta scavare un po nella sua storia per capire che tutta quella bellezza cela un lato tragico, orribile. E’ una città sofferente, e vive in simbiosi con quel male che la tiene in vita.

Girare per le vie della Città Vecchia, ti fa viaggiare nel tempo e nello spazio. Ti fa perdere nelle sue strette vie e ti racconta di storie ormai dimenticate nei secoli. Conoscere tutti i suoi segreti e le sue avventure è un viaggio che può durare una vita intera.

Taranto Vecchia
Taranto Vecchia
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Taranto Vecchia

Comincia sul lungomare dei pescherecci la mia giornata, l’antica via Cariati, un porto che ha solo lei, con le abitazioni dei pescatori, pericolanti e sventrate dall’inesistente intervento di una classe politica fantasma, da un lato, e la lunga schiera di grandi pescherecci da altura, dal lato opposto. La mattina è un luogo vivo, pieno di movimento. I pescatori tornano dalla battuta di pesca notturna, con il loro prezioso carico, alcuni si occupano della pulizia dei ricci o delle cozze nere. Altri sistemano le reti per preparare la barca alla prossima battuta. E’ tutto un fermento, un via vai di gente che non si ferma. In alcuni casi si percepisce la stanchezza nei loro volti. Uno sguardo che può dirti tutto, in un attimo di vita, se solo glielo permetti.

Taranto Vecchia
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Altre volte, invece, ci si fa coinvolgere dalla splendida accoglienza e ospitalità dei ragazzi, per nulla infastiditi dalla presenza di una macchina fotografica o di qualcuno che non hanno mai visto. E’ un aspetto che ho imparato a conoscere, un lato che non conoscevo assolutamente, e che anzi criticavo senza “sapere”. Alle volte ci si può sbagliare alla grande.

Ho chiesto loro di come fosse andata la notte, e con un sorriso amaro mi hanno risposto chiedendomi se avessi mille euro da regalare loro. Evidentemente non deve essere andata per nulla bene. Parlando con un altro pescatore però, mi ha spiegato che in questo periodo c’è poco pesce sotto costa, e che per prendere qualcosa di accettabile ci si deve spostare molto fuori, e ovviamente queste, sono spese che devono essere sostenute a prescindere se dovessero o meno tornare con la stiva piena.

Taranto Vecchia
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Ma la dedizione al loro lavoro è ammirevole. Oggi la giornata è calda, ma sono le 11 di mattina, la notte non deve essere, invece, stata tanto clemente. Noto le loro mani rude, e non posso non notare le molteplici lesioni, eppure il morale è sempre alto, questa è gente da invidiare, gente che nonostante tutto non si arrende, e forse, trova del positivo anche là dove apparentemente non c’è.

Ma le situazioni si susseguono senza sosta, e come degli esperti sarti mettono mani alle reti. Prima vengono stese, poi tirate, poi raccolte, poi ne cercano le parti rotte o rovinate per sostituirne i pezzi, poi viene nuovamente stesa e con uno speciale ago ne ricuciono i pezzi strappati durante la pesca in mare. La cosa che mi ha colpito, però, è che una volta stese sulla terra ferma, le reti prendono la forma delle onde del mare, mi perdo in questa similitudine quel tanto che basta a farmi deconcentrare e distrarre da una scena stupenda, che non racconterò.

Taranto Vecchia
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Eppure in tutto questo c’è del marcio, è una città abbandonata al suo destino, e il cittadino non l’aiuta per nulla, è pieno di sporcizia ovunque. Nelle buche sul pavimento di marmo, o in acqua sotto le banchine, è pieno di polistirolo, bottiglie di plastica o pezzi di ombrellone arrugginiti. E dopo aver visto tanto splendore mi tocca il profondo dell’anima comprendere che piccoli gesti potrebbero cambiare radicalmente questa città. Ma i cittadini, non tutti, ma una buona parte, non ha intenzione di cambiare, di capire quanto importante siano i gesti dei singoli cittadini, o di quanto positivo possa essere far capire ai propri figli l’importanza del non buttare la carta del gelato in acqua.

Taranto
Taranto

E’ una città meravigliosa quella in cui vivo, ricca di contrasti e di aneddoti di ogni tipo. Così poco si conosce del cuore di una delle città più antiche e gloriose d’Italia. Vorrei che la mente dei cittadini del “borgo” si aprisse. Vorrei che i tarantini riscoprissero l’istinto di appartenenza alla loro terra, partendo dalla storia. Dal dialetto, un dialetto così disprezzato da noi stessi perché crediamo che sia troppo grezzo, sguaiato, quando non è affatto vero. Basta poco per riscoprirsi fieri di uno dei posti più belli del mondo, a due passi dal ponte girevole, abbracciata dai Due Mari.